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habu

Una collezione "all black" dedicata alla massima espressione della ricognizione strategica,

il Lockheed SR-71 Blackbird. Vivi la Storia sulla tua pelle!

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collezione completa

oltre mach 3

Il progetto dell’SR-71 nacque negli anni '60, in un periodo di grande tensione tra le superpotenze mondiali, durante la Guerra Fredda. La CIA e l'Air Force degli Stati Uniti avevano bisogno di un velivolo capace di sorvolare territori nemici con capacità di ricognizione ad alta quota e alta velocità, superando qualsiasi sistema di difesa dell'epoca. Lockheed, sotto la direzione del famoso ingegnere Clarence "Kelly" Johnson e del famoso team Skunk Works, iniziò a sviluppare un aereo che avrebbe sfidato ogni limite conosciuto.

Il risultato fu lo SR-71 Blackbird, un velivolo che poteva volare a oltre 3.500 km/h, più di tre volte la velocità del suono, e a quote superiori ai 24.000 metri. La sua forma aerodinamica, il rivestimento speciale di alcune parti in materiali compositi e il design innovativo gli permisero di raggiungere queste prestazioni straordinarie, rendendolo il velivolo in grado di volare più veloce e più in alto mai costruito per scopi militari.

Dotato di due motori turbojet Pratt & Whitney J58, progettati per operare a velocità supersoniche per lunghi periodi, lo SR-71 poteva coprire enormi distanze senza bisogno di rifornimento. La sua struttura in titanio, resistente alle alte temperature generate dall'attrito con l'aria a velocità supersoniche, gli conferiva leggerezza e robustezza. Un'altra sua peculiarità era la vernice speciale nera alla ferrite con caratteristiche “stealth”, che lo rendevano più difficile da individuare dai radar nemici. Inoltre, il SR-71 era equipaggiato con sofisticati sistemi di sensori e telecamere ad alta risoluzione, che gli permettevano di raccogliere informazioni di intelligence senza essere intercettato.

Lo SR-71 entrò in servizio negli anni '70 e rimase operativo fino al 1998, anche se alcuni velivoli furono usati fino al 2004. Nella sua lunga vita operativa il Blackbird prestava un vitale servizio di sorveglianza di tutte le aree “calde” del globo, dall’Europa all’Asia, al Medio Oriente, senza dimenticare ovviamente l’allora URSS, tenuta costantemente sotto controllo con una lunga serie di voli lungo i confini dell’avversario ideologico degli USA. Durante una di queste missioni, nel giugno 1987, un SR-71 corse l’unico serio rischio di intercettazione da parte di velivoli avversari quando, nella fase di rientro, subì l’esplosione di un motore costringendolo a ridurre velocità e quota, dirigendo verso la costa svedese. La difesa aerea sovietica, rilevata sui radar la situazione, inviò una pattuglia di MiG-25 con l’ordine di costringere all’atterraggio o abbattere il Blackbird “azzoppato”, che venne salvato dall’intervento di due caccia Saab JA-37 Viggen svedesi, decollati su allarme per identificare l’intruso nello spazio aereo della Svezia, che una volta raggiunto l’aereo americano si disposero in posizione di scorta ai suoi fianchi, frustrando l’intervento dei MiG sovietici.

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