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Non vendiamo abbigliamento: condividiamo emozioni. Nel blog Flying Legends trovate storie e leggende dell'Aviazione, curiosità, avvenimenti oltre a novità e aggiornamenti sulla nostra produzione. Benvenuti a bordo!

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Un jet militare per piloti civili

L'avvento dei nuovi velivoli a getto, nei primi anni ‘60, vede l'Alitalia tra le prime dieci Compagnie Aeree mondiali per numero di passeggeri trasportati. Questo fatto provoca la riconsiderazione dell'intera filosofia addestrativa del personale navigante, portando alla decisione della Compagnia di istituire una nuova scuola di volo per l'addestramento basico e avanzato dei propri piloti con l'impiego di reattori, sulla falsariga di ciò che faceva in quegli anni anche l'Aeronautica Militare a seguito dell’entrata in servizio dell'Aermacchi MB.326, adottando la filosofia addestrativa definita “jet ab initio”: un jet militare per piloti civili!

Allievi della Scuola di Volo Alitalia in posa davanti alla linea di volo  di Brindisi costituita dai quattro Aermacchi MB.326D.
Allievi della Scuola di Volo Alitalia in posa davanti alla linea di volo di Brindisi costituita dai quattro Aermacchi MB.326D.

Abbiamo realizzato una polo speciale Flying Legends dedicata agli Aermacchi MB.326 della Scuola di Volo Alitalia di Brindisi. Scopri di più >>>qui



Nel 1962 l'allora Amministratore Delegato di Alitalia, ing. Velani, stipula un accordo di collaborazione con l'Aeronautica Militare per la costituzione a Brindisi di una scuola di volo, equipaggiata con quattro Aermacchi MB.326D, variante specificatamente sviluppata per le necessità della compagnia “smilitarizzando” il velivolo e implementando la dotazione avionica con sistemi di navigazione e apparati radio specifici per il volo civile: VOR/ILS (VHF omnirange/Instrumental Landing System), ADF (Automatic Direction Finder), Radio Magnetic Indicator, HSI (Horizontal Situation Indicator) e un doppio apparato radio VHF-COM della Collins.

La linea di volo degli MB.326D Alitalia. In primo piano lo I-ADIO c/n 6293/63, consegnato l’8 luglio 1963.
La linea di volo degli MB.326D Alitalia. In primo piano lo I-ADIO c/n 6293/63, consegnato l’8 luglio 1963.

Sull'aeroporto salentino l'Aeronautica Militare mette a disposizione dell'Alitalia una parte della base militare, compreso un hangar per il ricovero dei velivoli, alloggi per istruttori e allievi e locali da adibire ad uffici amministrativi e tecnici; inoltre, presso la Palazzina Ufficiali viene riservata una saletta da pranzo a se stante. Il nuovo Centro di Addestramento diventa operativo il 15 febbraio del 1963 ed entro il mese di luglio risultano consegnati tutti e quattro i velivoli Aermacchi.

Lo MB.326D I-ADIA, c/n 6291/61, fu il primo dei quattro velivoli ad essere consegnato all’Alitalia, il 27 maggio 1963. Precipitò il 12 dicembre 1966 presso San Pietro Vernotico durante un volo notturno da solista, con la perdita di un allievo del 9°Corso. Nella fotografia è visibile la tendina utilizzata per l’addestramento al volo strumentale.
Lo MB.326D I-ADIA, c/n 6291/61, fu il primo dei quattro velivoli ad essere consegnato all’Alitalia, il 27 maggio 1963. Precipitò il 12 dicembre 1966 presso San Pietro Vernotico durante un volo notturno da solista, con la perdita di un allievo del 9°Corso. Nella fotografia è visibile la tendina utilizzata per l’addestramento al volo strumentale.

In previsione dell'inizio delle attività di volo il Centro Addestramento Alitalia di Fiumicino seleziona, tra le 2.000 domande presentate, un gruppo di un centinaio di allievi al termine di un rigido processo selettivo di tre giorni, comprendente visite mediche e colloqui con funzionari della Compagnia oltre che con uno psicologo. Superate le selezioni e prima di approdare al corso di volo di Brindisi, gli allievi dovranno frequentare il corso teorico presso il Centro Addestramento Alitalia, dove vengono impartite lezioni su materie specifiche come aerotecnica, propulsori aeronautici, impianti di bordo, diritto aeronautico, traffico aereo, medicina aeronautica, navigazione aerea, strumenti di bordo e meteorologia oltre che lingua inglese.

Ultimi controlli prevolo su uno degli MB.326D della Scuola di Volo Alitalia di Brindisi.
Ultimi controlli prevolo su uno degli MB.326D della Scuola di Volo Alitalia di Brindisi.

I corsi iniziano nel febbraio 1963 e la selezione risulta particolarmente rigida: dei 105 allievi frequentanti i primi corsi, solo 48 si brevetteranno alla fine dell'intero iter addestrativo della durata di circa 18 mesi. L'attività di volo prevede un minimo di 80 missioni della durata di un'ora ciascuna per allievo, delle quali 68 con l'istruttore a doppio comando e 12 da “solista”, con un mix di missioni diurne e notturne, oltre che missioni di navigazione con atterraggio fuori sede, normalmente a Lecce Galatina, sede della Scuola di Volo dell'Aeronautica Militare.

MB.326D Alitalia I-ADIA in volo sulle Alpi.
MB.326D Alitalia I-ADIA in volo sulle Alpi.

La giornata tipo prevede almeno un volo al giorno preceduto da un'ora di dettagliato briefing e seguito dal de-briefing. Le missioni a doppio comando prevedono tutte le manovre classiche di volo tipiche di un jet militare: stalli, viti, acrobazia (nonostante quest’ultima non rientri nell’esame finale), compressibilità (stallo di alta velocità o buffet), spegnimento e riaccensione motore in volo, atterraggi simulati (avaria motore) e senza flaps, etc. Queste attività sono inoltre affiancate da un addestramento più specifico per la “linea”, che dava maggior risalto alla precisione della condotta, composto essenzialmente da navigazione e volo strumentale.

Allievo pilota e istruttore posano con la combinazione di volo tipica della Scuola Alitalia, prima di una missione addestrativa.
Allievo pilota e istruttore posano con la combinazione di volo tipica della Scuola Alitalia, prima di una missione addestrativa.

Al termine del corso di Brindisi, il neo-pilota viene inserito in Compagnia come da prassi normale, cioè navigatore sul DC-8, terzo pilota sul Caravelle oppure copilota sul Viscount e inviato al rispettivo corso di transizione sul velivolo designato, della durata di circa quattro mesi, al termine del quale il pilota verrà assunto formalmente, proseguendo poi la carriera secondo le normali regole di Compagnia.

Nel corso degli anni di attività della Scuola, l'Aermacchi MB.326D si dimostra una macchina più che valida, unendo ottime prestazioni ad un’elevatissima affidabilità; la professionalità degli istruttori e l'affidabilità degli aerei permettono anche di ottenere ottimi risultati nel campo della sicurezza volo e, a parte un atterraggio senza carrello, il solo MB.326D I-ADIA andrà distrutto in un incidente con la perdita del pilota.

Caravelle Alitalia I-DAXA.
Caravelle Alitalia I-DAXA.

Douglas DC.8 Alitalia I-DIWN
Douglas DC.8 Alitalia I-DIWN

Nonostante i buoni risultati ottenuti nella decina di corsi organizzati a Brindisi, con oltre 20.000 ore volate e più di 200 piloti qualificati, nel 1967 l'Alitalia decide la sospensione dei corsi e la chiusura della scuola, principalmente per motivi di natura economica. Viene stipulato un nuovo accordo con L'Aeronautica che prevede, a seguito della chiusura della scuola di Brindisi, l’impegno della Forza Armata a girare all'Alitalia una trentina di allievi ogni anno i quali, una volta brevettati come piloti di aeroplano (ma non ancora piloti militari), passeranno alla Compagnia completando i tre anni di ferma obbligatoria come piloti Alitalia, pur mantenendo il grado militare di sottotenente. Questo accordo rimarrà in vigore solo per pochi anni poiché, con la prima crisi petrolifera all'inizio degli Anni ‘70, l'Alitalia decide il blocco delle assunzioni per alcuni anni e la risoluzione dell'accordo con l'Aeronautica.

Aermacchi MB.326 Alitalia I-ADIA pronto al rullaggio.
Aermacchi MB.326 Alitalia I-ADIA pronto al rullaggio.

I tre aerei superstiti vengono ceduti all'Aeronautica Militare che dopo averli riportati allo standard militare li riassegna alla scuola di Lecce con le seguenti matricole: M.M. 54266 ex I-ADIE, M.M. 54267 ex I-ADIO, e M.M. 54268 ex I-ADIU.



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