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s.79  i-mago

S79 I-MAGO - 0002_edited.jpg

PROGETTO NUMERO 79

Nel 1933, l'ingegnere Alessandro Marchetti si mise al lavoro per formalizzare un nuovo progetto per un aereo da competizione con l'obiettivo di partecipare, l’anno successivo, alla gara Londra-Melbourne. L'aeroplano, oltre ad essere il primo plurimotore italiano dotato di carrello retrattile, con i motori giusti avrebbe potuto letteralmente lasciare al palo la concorrenza. Al progetto fu assegnata la sigla S.79. Inizialmente furono scelti i motori lineari I.F. Asso 750, gli stessi motori degli S.55X di Italo Balbo, ma la decisione della Isotta Fraschini di ridurne la produzione mise in crisi Marchetti, che già aveva realizzato tutta una serie di disegni dell'S.79 con la predisposizione per i suddetti motori. Si ripiegò allora sui motori radiali Piaggio P.IX RC.40, con potenza però decisamente inferiore rispetto agli Asso. Sfumata la possibilità di partecipare alla Londra-Melbourne, finalmente lunedì 8 ottobre 1934, a Cameri tutto era pronto per il battesimo del volo che Adriano Bacula, valente pilota e capo collaudatore della SIAI Marchetti, portò a termine senza problemi. Nel corso del 1935 i Piaggio vennero sbarcati e sostituiti da tre Alfa Romeo AR.125 RC.35. Il 79 I-MAGO tra raid e conquiste di primati, voli con passeggeri e carichi vari, nonché sperimentazioni belliche, diventò ben presto un protagonista dei cieli, onnipresente un po' ovunque in Europa e in Africa italiana e capostipite delle future versioni militari da bombardamento e siluramento che lo avrebbero reso definitivamente un’icona della sua epoca.

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